Al dondolio spesso lieve con cui il Jonathan ci avverte della sua costante presenza, ci siamo abituati da tempo.
Le note con cui le sartie rispondono al vento più o meno forte, sono anch’esse un sottofondo quasi costante e non abbiamo più bisogno dell’anemometro per sapere quanti nodi ci sono.
Dopo più di un anno sempre a bordo, la simbiosi col Jonathan è aumentata. In modo diverso di quello che accade durante le lunghe navigazioni in cui tutti noi siamo come fantini in groppa a un destriero al galoppo lungo un sentiero. Diverso in un modo forse più intimo perché la routine della vita in baia ha tempi diversi, ritmi quotidiani che si sdraiano lungo le lunghe ore della giornata.
Nella vita che scorre tranquilla ci interroghiamo e arrovelliamo cercando di trovare il barlume di una pallida idea su cosa faremo o potremmo fare nel prossimo futuro, mentre alterniamo momenti di manutenzioni a momenti in cui è un continuo pianificare seguendo differenti rotte per salire ancora a nord, con un anno di ritardo.
Son passati mesi e decisamente son troppo poche le miglia navigate da quando scrivevo in pieno lock down dall’ancoraggio di Le Gosier a Guadalupa.
Giusto quelle per spostarci in Martinica per stare un pelo più a sud delle traiettorie usuali degli uragani.
Anche ai tropici viene l’estate: giornate più lunghe, più caldo, meno vento in media e parecchie perturbazioni che possiamo dividere in due: le Tropical Waves (onde tropicali) che portano piogge e temporali con qualche groppo più maligno che ti sventola per bene e le Tropical Storm (tempeste tropicali) entrambe vengono monitorate prima ancora che si formino. Già dallo stadio di “Disturbance” e “Depression” e già dalle coste africane. Queste formazioni possono facilmente evolvere oltre lo stadio di Storm per diventare Uragani.
La stagione, oramai “quasi” alle spalle è stata estremamente attiva tanto che, una volta conclusa, verrà sicuramente annoverata tra le prime in assoluto.
Finora siamo stati fortunati e nessuna isola delle Antille ha sofferto di grosse devastazioni come nel 2017 e ammettiamo tranquillamente di essere stati parecchio in ansia e sulle spine per buona parte del periodo, soprattutto da metà agosto fino a metà ottobre. Pronti a muoverci e a toglierci di torno.
La classica veleggiata invernale ai caraibi dovrà aspettare tempi migliori e noi, allora, proveremo a trovare altre rotte.
Non riusciamo a rinunciare all’idea di ritornare negli USA dove ci siamo trovati molto bene, ci è piaciuto molto e continuiamo ad ostinarci di voler arrivare a Boston, situazione pandemica permettendo.
Sui periodi favorevoli per raggiungere le varie tappe ci stiamo ancora lavorando.
Abbiamo passato troppo tempo qui e, soprattutto dopo quest’anno dove non è possibile navigare tranquillamente tra le isole, siamo arrivati entrambi alla conclusione che ne abbiamo a sufficienza.
Per ora.
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Speriamo che vada al più presto meglio e possiate spostarvi !!! Sempre piacevoli da leggere i tuoi racconti. Buon vento al più presto e un abbraccio a Monica.