Nella città di Archimede


Arrivare a Siracusa è un pò come avere la prora del Jonathan in Grecia e la poppa in Italia; città splendida che non fatica a ricordarci di quando era il ”Primo impero di occidente”.
Ma andiamo per ordine: vogliamo aver tempo, prima del meltemi, per visitare con calma l’isola di Creta e allora abbiamo deciso di non soffermarci lungo questa costa che già due anni fa percorremmo in senso inverso. Così, salpati da Marsala, facciamo una tappa a Sciacca dove dichiariamo ufficialmente aperta la ”caccia al cannolo” e a tutte quelli prelibatezze che compongono la vasta rosa della pasticceria dell’isola senza mancare ovviamente di rispetto alle granite che accompagnano volentieri quanto sopra.

Sciacca – Licata, giornata di motore, ma necessario per non tardare all’appuntamento di sabato con Siracusa che ci permetterà di lasciarci alle spalle la costa sud dove è previsto un venticello sui 35 nodi abbondanti dalla serata di sabato 11.
A Licata troviamo sempre uno dei porti più nuovi ed attrezzati della costa e piacevolmente ‘gratuito’ nel mese di maggio. Due giorni qui mietendo cannoli e dolcetti di mandorla ci danno l’idea che, se dovessimo decidere di trasferirci in Sicilia, subiremmo la rivolta interna dei grassi saturi con vittoria schiacciante sulle nostre arterie…
Licata – Pozzallo, poco vento un po’ di vela, ma ancora motore per il peggior porto (e fino ad ora il più caro) della costa. Non c’è nulla: paese lontano e banchine nell’area commerciale con davanti rimorchiatori e traghetto da Malta. Ripartiamo subito per l’ultima tappa italiana.
Questa volta il vento non si fa attendere e regala al Jonah un 15, 20 nodi al lasco per la metà della tratta (50 miglia circa in totale): Vele piene e ottimo passo fino a che non comincia a salire appena doppiamo Capo Passero. Già due anni fa qui avevamo preso una burrasca f8. 

Sui 25 nodi prendiamo una mano, ma lasciamo il fiocco: la trinchetta è già ingarrocciata in coperta e aspetta solo l’ordine di mettersi a riva. Eolo si attesta sui 25/27 nodi, comunque un f7, al lasco che impennano il Jonathan ad una punta di 11 nodi, mantenendolo poi stabile tra i 9 e i 10 nodi fino alla penisola della Maddalena. Tutto si calma dopo, ultime poche miglia a motore fino al porto

dove il Castello Maniace sull’isola di Ortigia, ci dà il benvenuto mentre poco oltre una sequela di superferridastiro di gran lusso, sono ormeggiati mostrando i loro enormi sederi ai passanti del lungomare..de gustibus..

Ci ormeggiamo insieme ad altre barchette più “terrestri” e poco dopo un X-482 battente bandiera francese si affianca a noi, bello come un X delle serie ‘serie’ sa essere: un caso raro in questi mari due X così vicini. Porto caro (80 euro in bassa stagione) per zero servizi..non vediamo l’ora di uscire dall’Italia e trovare una dimensione più umana e marinara.
Riparte la caccia ai cannoli che qui sono grandi come le munizioni della Grande Berta. La nostra colazione di domenica mattina ci da la carica per percorrere il chilometro e mezzo e poi ritorno, per la visita al Teatro Greco e all’orecchio di Dionisio.
Il primo una delusione: mi aspettavo un luogo quasi magico e permeato dal tempo e invece lo trovo al 90% ricoperto di scalini di legno e da un catafalco per una rappresentazione, luci e fari montati; nessuna, dico nessuna, micro targhetta che spieghi qualcosa di quello che si vede e delle costruzioni adiacenti al teatro. Più di effetto l’anfiteatro romano che si può visitare ‘gratis’ prima di entrare nel parco archeologico. L’orecchio di Dionisio, al contrario è interessante, soprattutto per la sua storia legata al tiranno che rinchiudeva i prigionieri e poi ascoltava, grazie all’eco particolare di questa grotta artificiale scavata in una cava, i loro discorsi da una stanza nascosta in alto.
Ora è tempo di studio del meteo, dobbiamo trovare una finestra meteo-marina di almeno due giorni per una traversata di quasi 300 miglia e sembra che questo non sia così facile.
Siamo in mezzo ad un cambio di situazione che porterà vento decisamente notevole nella zona delle ionie. Per cui oltre a decidere se sfruttare il ‘buco’ che si verrà (si spera) a formare tra martedì e mercoledì, stiamo anche valutando di scendere direttamente di uno o due paralleli rispetto Argostoli che si trova al 38°.  In questo ci da una mano Francesca, una veterana dell’Egeo, prodiga di informazioni e disponibilissima. Nell’attesa di decidere andiamo a caccia di cannoli e, perché no, un po’ di marzapane.