Mi alzo, comincia il mio ultimo turno di notte. Orione è già la fuori che mi aspetta e combatte la sua perenne guerra contro il Toro, mentre Monica e la luna stanno per andare a dormire. La caffettiera è pronta, faccio un rapido controllo: un punto nave, occhiata al barometro e una battuta radar a 32 miglia per vedere se ci sono nuvolaglie da evitare. Siamo nel canale di Sardegna a poco più di cento miglia dal porto di Cagliari che ci aspetta.
Mi riguardo il cielo, sono triste e contento nello stesso tempo, penso a questi mesi trascorsi: quante miglia, quanti porti, quante persone, da un lato sembra essere stato tutto così breve da poterli tenere in una sola mano, ma poi, quando la memoria scende nel dettaglio dei ricordi ecco che compaiono posti lontani, latitudini e longitudini che solo cinque anni fa non erano neanche nel barlume di una nostra pallidissima idea. Baie piene di tartarughe, isole e paesi così distanti dalle mie origini cittadine.


Mentre il mare scorre veloce mi riguardo le foto scattate poche ore prima quando un branco di delfini è venuto a giocare sulla nostra prua e al delfino che è rimasto con me, mentre gli altri se ne andavano: un quarto d’ora con lui che, senza sforzo apparente, nuotava a sette, otto nodi di fianco al mascone del Jonathan ed io con la testa fuori dalla battagliola a meno di un metro da lui lo salutavo. Era diventato un gioco: lui si metteva su un fianco a guardarmi ed io agitavo la mano facendo ciao…poi un ultimo respiro e giù verso il fondo, sparendo nel blu. Mi sono sentito per un momento solo, invidiando quella sua leggerezza di corpo e di spirito e quella felicità che trasmetteva solo col fatto di esserci.
Arriviamo nel pomeriggio, stanchi più di testa che nel fisico, sappiamo che per ora è finita e che ci aspettano dei mesi a terra e non certo caldi come quelli passati. Non ci si lamenta, siamo in un posto bellissimo, magari qualche uscita la faremo ancora prima di togliere le vele e le manovre correnti che necessitano di una bella desalinizzata, ma il senso che aleggia è quello: fine del giro in giostra, per ora.
Quest’anno non ho contato le miglia, le baie, le ore motore totali (tanto il tagliando lo si fa comunque), non ho contato né mari né le boline, siamo stati accorti, ma anche fortunati: nessuna burrasca e situazioni pericolose, più consapevoli, più ricchi di esperienza e più ricchi nello spirito, mai sazi e pronti a ripartire, per dove, non lo sappiamo ancora.
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Bravi!