Monica

_DSC8601Non è stato facile rinunciare alle manie di grandezza, a quel modo di pretendere tutto e subito, considerando un diritto acquisito lo stato di grazia da parte della vita, subendo passivi e passionari. Osservare ospiti di se stessi, la propria quotidianità andarsene per i fatti suoi senza ben capire cosa si sta sbagliando.

Per fortuna sono sempre stata abbastanza folle da considerare i sogni la possibilità più dignitosa e giusta per svolgere in modo sano la permanenza sulla terra, e d’altro canto l’unico grave gravissimo e imperdonabile peccato mortale: lo spreco della vita.

Dunque il salto nel vuoto, piena di fiducia, respirando a pieni polmoni il movimento meraviglioso dell’universo, lì dove non esiste tradimento ne ingiustizia dove tutto è perfetto e chi se ne frega se il mio piccolo cervello non ne comprende l’immensità. Avendo imparato la lezione ho cominciato dagli angoli, lavorando meticolosamente su di me, una bella fatica tanto più che erano tutte parti di me tralasciate apposta per quanto mi erano odiose, non ho più rimandato sapevo perfettamente di non potermelo permettere.

Quando i tempi sono stati giusti, quando in pratica ero pronta, l’azienda per cui lavoravo mi ha messo in cassa integrazione, da quei giorni in poi tutto _DSC8669quello che è successo farebbe impallidire e vergognare qualunque sostenitore del caso! Ovviamente sono stata molto aiutata dalle donne importanti della mia vita, esseri umani speciali, ora so che tante poesie su impavidi guerrieri con armi d’argento, il loro coraggio e le loro gesta, scritte tanto tempo fa parlavano di voi, o magari anche di noi.

Detto questo direi che la svolta definitiva verso il Jonathan è arrivata la notte in cui ho deciso nella pancia nel cuore e nella mente (tutt’ insieme) che quello che volevo veramente dalla vita era riuscire a dare serenità gioia e pace a tutti e tutto ciò che veniva in contatto con me (vedi che il mio lato megalomane è sempre lì), rendere possibile almeno in parte una così grande pretesa voleva dire mettere prima me stessa in quella condizione, la domanda fu immediata: cosa voglio fare da grande? la risposta un immagine: il mare.

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