C’è una antipatia reciproca, un malcelato odio tra me e lui, sin dal primo momento in cui ci siamo incontrati. Pur essendo al mio servizio, debitamente accudito come un bambino, osservato mentre svolge il suo compito, riesce sempre ad essere odioso e a giocarmi scherzi che reputo di pessimo gusto.
Però non posso fare a meno di lui, me lo sono trovato a bordo e, da allora , pur non avendogli mai fatto nulla di male… mi odia.
Eppure è un ottimo soggetto, se non il migliore della sua classe; pretende poco e da molto, ti viene in aiuto quando ne hai bisogno..lo fa con tutti…ma “a me mi odia”, gli sto sulle palle e non ho ancora capito perché.
Per me si è montato la testa per via del nome che ha, pensa di essere in un film di James Bond e gioca a fare il cattivo. Solo che io non sono Bond, James Bond e non ho intenzione di eliminarlo, ma questo, probabilmente, non gli è ancora entrato nelle membrane..
Io e lo Spectra ci odiamo, cordialmente e, appena può, me ne combina una. Io, per ripicca, ogni volta gli sparo a tutto volume ” Sapore di sale” di Paoli e lui si incazza come una iena…
Ora ho deciso di mettere alla berlina le sue malefatte.
La prima che ha combinato la ha fatta servendosi di un complice abilmente travestito da “supporto Spectra Cagliari” poi dimostratosi un incapace e neppure fra i nominativi ufficiali, ma un tizio che – chissà come – aveva il suo numero elencato tra i suddetti per l’area di Cagliari.
Come ogni cosa un po’ complicata che non conosco, preferisco per la prima volta avvalermi di un tecnico che mi spiega e mostra come si eseguono le basilari procedure di manutenzione e di primo intervento.
Così sto tipo, alla mia richiesta di mostrarmi come fare ad usare per bene e manutenere il desalinizzatore che avevamo a bordo e che ci era stato fornito insieme al Jonathan, si presenta esordendo: “ah, ma questo è uno di quelli piccoli… ehehe…io lavoro su quelli da mille litri l’ora”… io, tra me e me…”machissenefrega, fammi vedere cosa fare”… “allora” continua il losco: ” si fa così, cosà, si chiude qui, si apre li, il filtro si mette qui, quell’altro li, si sciacqua così..” ok, ok, OK! Capito. Domando, mentre esce dal gavone (in due non ci si sta): “allora, tutto a posto?” “Sì, certo, ora sciacqui per bene come le ho mostrato”. 100 euro in nero e si dissolve dal pontile.
Accendo il marchingegno e dopo un po’ ho l’acqua che entra persino dalla paratia della cabina di poppa confinante col gavone in cui è installato… il losco aveva chiuso la valvola di uscita a mare invece di aprirla e il tubo di scarico, che non era neanche fissato con una fascetta, scaricava litri e litri direttamente nel gavone. Scopro poi che, inoltre, aveva scambiato la posizione dei filtri…
Non lo abbiamo mai utilizzato a pieno regime e, forse per questo, Lui ce l’ha un po’ con me. Fatto sta che nel corso degli anni una pompa ci ha piantato, una membrana della suddetta pure e, probabilmente scocciato che ogni volta, aiutato dai santi in paradiso, lo rimettevo in carreggiata, ha deciso di farmi uno scherzone una settimana fa.
Non tocchiamo un porto da oramai un mese mezzo, con i pannelli solari e il desalinizzatore, i nostri fabbisogni sono soddisfatti. Il generatore ha lavorato giusto ogni tanto per scaldare l’acqua dei boiler per le docce, il serbatoio di gasolio è praticamente pieno perché ci muoviamo solo quando si riesce ad andare a vela, tranne che in pochi casi e l’acqua non manca…non mancava..maledetto Lui!
Stiamo coprendo quelle 25 miglia circa che ci separano da St. Thomas, Isole Vergini Americane dall’isoletta di Culebra, da dove scrivo ora e stiamo bellamente “facendo acqua” in mezzo al mare. Con i suoi 60 litri/ora, lo Spectra, che va a 12 V, ci permette di riempire uno dei tre serbatoi da 200 litri in poco più di tre ore.
Visto che ha, a volte per farmi dispetto, problemi ad andare in pressione, lo controllo a vista a scadenze regolari, ma, ultimamente, funzionava come un orologio ed io, stupidamente dico a Monica: “È proprio vero, più lo si usa e meglio va, ultimamente va sempre in pressione senza problemi, lo si sente dal rumore“….
Scendo in quadrato dopo un po’, dimentico di Lui, che probabilmente mi ha sentito, quando mi scappa l’occhio e vedo la spia della pompa di sentina accesa…hummm.. apro e trovo parecchia, troppa acqua…HUMMMM .. assaggio…GASP!!!! SALATA!
Tre secondi scarsi per passare dal panico alla reazione: grido a Monica di darsi da fare con la pompa manuale perché quella elettrica non ce la faceva ed intanto parto a razzo a controllare le eventuali via d’acqua: le prese a mare. Tutto regolare, neanche una goccia, colpi non ne abbiamo presi… dadovecazzoarriva? Poi un pensiero si insinua… spengo il desalizzatore e apro il gavone per controllare… acqua, tanta acqua che per poco non danneggia il motore di Ambrogio (il pilota), salata per giunta: merda! Mano alla pompetta manuale e, incastrato tra il generatore, ci metto un buon quarto d’ora a riportare il tutto alla normalità. Poi riattacco il maledetto con la speranza che si sia smollata una fascetta o rotto un tubo..eheheh… mica così semplice… crepato, scoppiato, uno dei due terminali dell’alta pressione.. e ora? Stiamo andando in una piccola isola dove non c’è un marina, ricambi e fare acqua non è affatto semplice. Abbiamo ancora 250 litri, possono bastare per parecchio, ma parte il razionamento immediatamente, mentre il giramento di palle non accenna a diminuire.
Anche in questo caso arriva in aiuto, come nelle occasioni precedenti quando ero alle prese con la pressione che non saliva e pompe dispettose, Fabio Podestà, presentatomi illo tempore da Piervittorio Trebucchi, della Spectra Europe. Come Harvey Kitel in Pulp Fiction, Mr. Wolf risolve i problemi e mi fornisce sia il riferimento del distributore a St.Thomas, sia il numero di serie del ricambio (che io avevo già pietosamente cannato provando ad estrapolarlo dal manuale) e, nonostante io gli rompa i cabassi completamente dimentico che ci sono 5 ore di fuso orario, lui, pazientemente, mi risponde anche durante la cena…
Concludendo, contatto il riferimento datomi da Fabio, ne hanno ancora due a magazzino..culo… con 45 euro di Fedex e 110 di pezzo di ricambio, dopo un giorno lavorativo me lo scodellano qui alla pista di atterraggio (non si può chiamarlo aeroporto). Mi immergo nel gavone con le istruzioni pazientemente inviatemi sempre da San fabio e…taaaaac: ripristinato il tutto.
Ora devo trovare il modo di far pace con Lui, pensavo di fargli un regalo, ma non mi viene in mente nulla… consigli?
James Bond amava le belle donne e le auto di lusso, beh non so, vedi tu!
Stupendo racconto