Lock Down feb/mar 2020 – gli aggiornamenti settimanali

Dal 20 marzo a sabato 11 aprile, i miei aggiornamenti durante il lock down passato all’ancora davanti all’isolotto di Gosier a Guadalupa.
Sarà soprattutto un ricordo per noi quando, tra un po di anni, andremo a rileggerlo.
AGGIORNAMENTO 20 MARZO

I Caraibi stanno andando pian piano, tutti in lock down mode.

Tradotto in italiano, più o meno tutte le isole delle Antille, sia le piccole che le grandi, stanno adottano misure per prevenire il contagio in modo simile a quello in essere in Italia.
Non lo raccontiamo in dettaglio perché la situazione cambia giornalmente, ma non si entra nella maggior parte dei territori.
Noi siamo a Guadalupa, territorio d’oltremare francese, che si attiene alle direttive francesi. Si può scendere a far provviste con autocertificazione o in farmacia, ma non ci si può recare all’isola di Marie Galante nè mettersi all’ancora nell’arcipelaco di Les Saintes.
Unico neo: fino a domenica scorsa, turisti che scorrazzavano nel villaggio del marina, supermercato incluso senza nessuna precauzione, appena arrivati a fare l’irrinunciabile vacanza in barca.
A guardare i loro visi si scorgeva chiaramente un beato menefreghismo di quello che sta succedendo nel mondo, anzi, notavo sguardi di una certa ironia verso di noi che indossavamo i guanti.
Abbiamo fatto scorte come per una navigazione transoceanica, siamo autonomi e attendiamo all’ancora nelle baie dell’isola, l’evolversi della situazione.
Siamo abituati a stare a bordo per lunghi periodi, siamo autosufficienti per acqua e energia, abbiamo gas per 3 mesi e serbatoio pieno. Ribadiamo che, volendo, possiamo scendere per gli approvvigionamenti, se dovessero servire.
Bene i controlli della guardia costiera, spiaggia qui davanti a noi vuota, stop moto d’acqua.
Direi che sembrano aver ben recepito le direttive, da quel che si può vedere da qui.
Tra oggi e domenica, i charter con gli ultimi turisti (principamente tedeschi e francesi) rientreranno e lasceranno l’isola. Le navi da crocera non arrivano più.
Peccato che il turismo fino all’ultimo secondo, incessantemente, ha riversato sull’isola un numero di turisti che, rispetto allo scorso anno, non ci sembrava affatto inferiore. In particolare quelli che arrivavano via terra. I charter già erano diminuiti notevolmente da una settimana abbondante.
Ovviamente i nostri programmi futuri sono tutti sospesi e, ovviamente, stiamo lavorando ai piani B, C e anche D, a secondo della strada che prenderà questo evento che sta ridisegnando il futuro.
Qui usufruiamo del roaming europeo, siamo connessi, le navi coi rifornimenti arrivano, il tempo è buono e passiamo la giornata senza annoiarci. Se proprio ci stufiamo di stare in un posto, cambiamo baia. Ci siamo, comunque, messi in auto quarantena da domenica.

Un pensiero per chi sta vivendo un periodo molto più difficile del nostro che, in fondo, non è dei più gravi.

AGGIORNAMENTO 24 MARZO
Non si può più navigare, giustamente, per evitare potenziali problemi di avarie o infortuni che richiederebbero l’intervento di soccorsi impegnati altrove. Si sta all’ancora o, chi ha bisogno di acqua o gasolio,  può andare al pontile del distributore.
Si può fare il bagno attorno alla barca.
La baia di Deshaies è stata chiusa.
Dalle 20:00 alle 05:00 non si può uscire nei comuni più grandi, Point a Pitre incluso.
73 casi, 20 ospedalizzati a vari livelli, 1 deceduto.
Più di 650 nella totalità dei caraibi, República Dominicana in testa, St. Kitts e Nevis le uniche a quota 0.
Scenderemo con l’autocertificazione (nuovo modulo anche qui), probabilmente, venerdì a fare rifornimento di verdura e frutta.

Tempo piovoso, a volte si rolla un po più del necessario, ma vento buono, stabile e previsioni buone.

AGGIORNAMENTO 29 MARZO

Nessuna novità di rilievo. Il tempo continua ad essere buono, forse un pelo troppo piovoso per i nostri gusti, ma vento gentile e pochissima onda qui al nostro ancoraggio protetto solo da un reef e da una piccola isoletta.
Vi spiegheremo nel prossimo aggiornamento il perché lo abbiamo scelto.
Sembra che le persone stiano prendendo seriamente le disposizioni che poi, sono praticamente uguali a quelle francesi.
È in arrivo una portaelicotteri della marina francese per dare supporto medico e attrezzature alle isole d’oltre mare.
Siamo andati a fare cambusa, soprattutto di frutta e verdura. Il supermercato dista un chilometro e mezzo a piedi, abbastanza fornito con vicino una panetteria ed una bella ortrofutta.
Molto poca la gente in giro, a piedi e in macchina. Si entra scaglionati anche se, internamente, le distanze faticano ad essere rispettate.
Come, presumo ovunque, si passa dal tipo solo nella sua macchina con la mascherina indossata a quello senza guanti dentro il supermercato, ma, in media, abbiamo notato un buon comportamento di tutti.
Da quando siamo saliti sul tender a quando abbiamo finito lo stivaggio, sono passate 5 ore e mezza!
Abbiamo cercato di fare, oltre a prendere tutte le precauzioni possibili, una procedura di biocontenimento in più fasi prima di portare la spesa sottocoperta.
Ad oggi, domenica, la situazione è la seguente: 106 contagi, 23 ospedalizzati di cui 10 in terapia intensiva. 4 morti tra i 77 e 89 anni.
La situazione nelle altre isole francesi sembra mostrare, al momento, un aumento più verticale.
La Martinica, con, popolazione leggermente inferiore alla Guadalupa (circa 376k contro circa 400k) che aveva numeri decisamente più bassi della Guadalupa, in pochi giorni ha avuto un picco: 111 contagi, 12 in terapia intensiva (non ho trovato il dato degli ospedalizzati).
17 a St. Marteen (inclusa la parte olandese ed esclusi i casi portati qui a Guadalupa)
Mi suona strano che a St Vincent ci sia solo un caso dichiarato, visto che conosciamo abbastanza l’isola, l’arcipelago e gli abitanti, ci viene da pensare che qualcosa non torna. Spero vivamente si sbagliarmi.
In questi giorni ho scritto un articolo dedicato soprattutto a chi è a casa, cercando di mostrare un punto di vista diverso da quello che si immagina la maggior parte delle persone pensando alla quarantena a bordo di una barca a vela.
Buona lettura e al prossimo aggiornamento.

AGGIORNAMENTO SABATO 4 APRILE

Non ci sono novità di rilievo qui a Guadalupa, il divieto di uscire dalle 20:00 alle 05:00 è stato esteso, giustamente, su tutta l’isola, come in Martinica.
Tempo e vento sempre buono, previsioni senza mutamenti. D’altronde siamo anche qui in primavera e le sventolate degli alisei caratteristiche dei mesi invernali ci lasciano in pace all’ancora, poche barche e tutti tranquilli.
La guardia costiera passa due volte al giorno per controllare noi e spiaggie. Bella senzazione, ci salutiamo ogni volta, se non fosse la situazione che è, li inviteremmo per un caffè.
Pur non essendo vicini al supermercato e negozi di frutta e verdura, questo ancoraggio è, senza ombra di dubbio, il miglior compromesso. L’altro possibile si trova dentro il Petiti Cul de Sac, piu vicino, ma vicino anche al polo commerciale. La carena e la catena dell’ancora hanno sofferto molto nel mese in cui siamo stati li a gennaio. Oltre a non poter fare il bagno (unico svago permesso, ma vicino alla barca), la qualità dell’acqua è pessima: in aggiunta ad una crescita abnorme di alghe sulla carena, nonostante l’antivegetativa sia di fine ottobre, ha anche intaccato la zincatura della catena dell’ancora presa ai primi di gennaio….
A parte oggi, che sono sceso a buttare la spazzatura qui vicino, la nostra cambusa è ben fornita e non ci costringerà a scendere a terra ancora per parecchi giorni.
Anche se le giornate a bordo hanno oramai preso una loro regolare cadenza, ogni giorno facciamo dei controlli e piccole manutenzioni in modo che il Jonathan sia pronto a salpare in qualsiasi momento e teniamo la noia fuoribordo.
Vi do ora due numeri relativi all’epidemia, ma solo delle isole francesi; le più popolate e quelle che, secondo me, hanno i dati più realistici.
Isole come St Vincent, Antigua,  Grenada o St. Lucia, diramano dati (sopratutto la prima) che non mi convincono affatto. Non hanno la possibilità di fare tamponi sufficienti, la mentalità della popolazione, per come le conosciamo, non è in grado di recepire le più elementari norme e/o non è stata informata per tempo. Ho notizie che a St Vincent i pulmini, di cui a suo tempo vi ho raccontato, sono ancora in giro strapieni di gente. Spero che abbiano anticorpi grandi e potenti e che non vada a finire come nella Repubblica Dominicana (ho letto di circa 20.000 arresti per non aver rispettato il coprifuoco notturno).
Alcune di queste isole, fino a poco tempo fa, inspiegabilmente (business?) aperte, ora stanno registrando crescite verticali e hanno imposto il coprifuoco 24/h.
Ad oggi:
Guadalupa: 134 casi, 7 decessi, 29 guariti.
Martinica: 145 casi, 3 decssi, 27 guariti
St Martin / Saint Marteen: 47 casi, 6 decessi.

St. Barth : 49 casi, 6 decessi.

AGGIORNAMENTO SABATO 11 APRILE

Siamo al quinto aggiornamento qui da Guadalupa. Il tempo passa oramai in modo strano anche per noi che da anni lo misuriamo con metro diverso, non scandito da una vita sociale cittadina.

Siamo  persone che stanno bene da sole, ma, nonostante tutto, la catena dell’ancora che ci tiene saldamente fermi qui, assume significati più ampi che non il placido dondolare in baia.

Dal 15 marzo siamo andati a terra solo una volta a fare la spesa e un veloce salto qui a riva a buttare la spazzatura. Pensiamo di scendere per rifornimenti, venerdì prossimo.

Se fossimo in navigazione dal 15 marzo, calcolando una media conservativa di 6 nodi e mezzo di velocità, avremmo già percorso circa 4.200 miglia nautiche! Non sto neanche a calcolare dove saremmo potuti essere, altrimenti mi viene la malinconia.

Per fortuna si viaggia con la mente con la lettura; i libri elettronici sono, grazie al cielo, inesauribili. Inoltre, grazie al fatto che siamo formalmente in Europa e grazie a Vodafone che ha tolto la limitazione dei dati in roaming per questa emergenza, accediamo senza problemi ai film disponibili in streaming.

Sono 8 mesi che non vedo mia madre, mia figlia piccola, che doveva venire a fine marzo e mio fratello. Per fortuna Silvia è riuscita a venire per capodanno riducendo a solo 4 i mesi che non la vedo…

Mi mancano, ci mancano anche i suoni e i profumi terrestri a cui siamo abituati noi che usiamo la nostra barcasa per visitare luoghi e gente. Il canto degli uccelli tra i rami, il profumo dei boschi, la piccola umanità dei paesi con la loro vita rurale.

Fa strano guardare il mare deserto, qui sempre puntellato di vele bianche che si spostano tra le isole; solo i cargo, pochi, solcano questa distesa invitante che in questo periodo è caratterizzata da un vento gentile e perfetto per la navigazione.

L’ancoraggio è sempre tranquillo, i vicini (non tanto vicini) di barca sono altrettanto ligi e rispettosi. Nessuno a zonzo col tender, nessuno che organizza festini a bordo di altre barche. Questo virus non è da prendere sottogamba e non è assolutamente il caso di correre rischi che tendono ad essere trascurati, visto il tempo di incubazione, e favorirne la propagazione.

Inutile che vi racconti cosa succede nelle altre isole. Le situazioni variano in maniera anche sostanziale, i dati sono difficili da recuperare. Alcune non hanno o non avevano fino a pochi giorni fa, neanche la possibilità di fare i tamponi in loco e dovevano mandarli ad analizzare, per esempio, a Trinidad. Tutte hanno imposto limitazioni per la circolazione, chi a orari, chi anche con le iniziali del cognome. Chi non permette l’uscita solo notturna chi, per un periodo, sulle 24 ore.

Qui a Guadalupa, per i giorni di Pasqua, hanno esteso il divieto assoluto e chiusura totale da oggi fino a martedì mattina per prevenire festeggiamenti. Apprezziamo molto.

Aggiungo che, come leggo post in italia di gente che non rispetta il confinamento, dei soliti furbetti, di chi si lamenta per questo e e per quello e di chi se la prende con le istituzioni, anche qui, nei gruppi delle varie isole, si legge uguale.

Ora i consueti dati che sononriuscito a reperire dai giornali locali, delle isole francesi, ad oggi:
Guadalupa: 143 casi, 67 guariti.
Martinica: 155 casi, 50 guariti, 130 sospetti non ancora confermati (dato non disponibile per Guadalupa)
St Martin / Saint Marteen (olandese): 82 casi.
St. Barth: 6 casi.

AGGIORNAMENTO SABATO 18 APRILE

Sembra che il tempo si sia fermato. La routine giornaliera è oramai così consolidata che ieri, andando a terra per far cambusa, ero convinto fossero passate due settimane dall’ultima volta e, invece, ne erano già passate tre… Ci abbiamo messo un oretta in meno, quattro anziché cinque dall’uscita in tender al completamento dello stivaggio.

Stiamo monitorando e valutando le situazioni di tutte le isole papabili e raggiungibili per portarci quanto più fuori dalla zona uragani quando verrà il momento, visto che l’opzione USA non è più percorribile.

Qui a Guadalupa siamo troppo dentro le rotte statisticamente più battute durante la stagione che, nominalmente inizia il primo giugno, ma che praticamente si concentra tra agosto e settembre.

Purtroppo, quest’anno potrebbe, secondo delle analisi previsionali dei centri preposti, essere più intensa delle due precedenti. Per cui, statistiche a parte, teniamo buona la stagione nominale.

Le piccole e grandi antille non sono raccomandabili anche se Grenada e, soprattutto, Trinidad risultano essere statisticamente fuori dall’area. Di sicuro, più si sale, più ci si infila pericolosamente in zone regolarmente colpite. Florida e Bahamas in primis.

Se si vuole andare a nord, bisogna mettere in conto di salire almeno sopra il 35°N, come abbiamo fatto nel 2017, entrare nella Chesapeake oppure salire ancora, sperando che nessun uragano arrivi in forza così a nord.

Cosa successa, poche volte, in passato: Uragano Irene, agosto 2011, Irene (declassato a tempesta tropicale, ma comunque con 50 nodi di vento) e Sandy, ottobre 2012 che ha preso in pieno NYC.

In pratica, più a ovest e a sud si va, qui nei Caraibi, più sicuri si sta. Curaçao potrebbe essere una probabile meta, se riapre le frontiere, oppure l’isola colombiana di San Andrés. Quest’isola ci piacerebbe molto visitarla, si trova a ovest sud ovest, rotta 260°, a 1.200 miglia da qui, non una passeggiata. Stiamo raccogliendo informazioni sulla fattibilità di rimanerci per quel periodo, li non esiste un marina, come in tante isole, Si sta in rada.

Anche la Colombia, però, è in lock down. Per cui siamo qui alla finestra ad aspettare che qualcosa si sblocchi. Al momento, nelle isole francesi, la chiusura è stata prorogata, come in Francia, fino all’undici maggio. Confortante leggere che nell’isola, da giorni, non ci sono nuovi casi.
La Repubblica Dominicana rimane, purtroppo, in cima alla triste classifica con 3.755 casi, Guadalupa 145, Martinica 151, St. Marteen 87 totali e St. Barth 6.
Qui, dal giornale locale, la situazione ai caraibi: