Dopo 23 anni di onorato servizio, il sartiame del Jonathan è stato sostituito. Il tondino, che originariamente e caparbiamente teneva l’albero nella sua fiera posizione, anche se ispezionato con gli ultrasuoni nel 2004, doveva essere messo in pensione per sopraggiunti limiti di età. Ogni volta che il vento superava i 25 nodi, Monica ed io eravamo col naso all’insù e con le dita incrociate ad osservare come si comportava l’albero.
Ci sono tre tipi di sartiame: quello in trefolo, in dyform e in tondino; tutti hanno i loro pro e contro che vanno dal prezzo alla durata passando per la “resistenza” ai carichi.
La preferenza per il Jonathan è andata al dyform che coniuga in buona media tutti i pro, dal costo più abbordabile del tondino, alla tenuta maggiore del trefolo a parità di sezione e, con l’occasione si è provveduto a cambiare gli arridatoi, oramai alla frutta e a dare una bella controllata all’albero, alle crocette e alle pulegge dei rinvii delle drizze.
Prima di partire, nonostante le drizze e le scotte vengano girate annualmente, dovremo prevederne la sostituzione di alcune che oramai, nonostante siano di ottimo dyneema, si sono stirate irrimediabilmente.
Le cime di ormeggio, anche se non fanno parte delle manovre correnti, verranno attentamente ispezionate e ottimizzate così come gli scottini vari: lo spazio a bordo non è infinito.
Oltre a tutto ciò, anche se i materiali sono tosti nelle barche di un certo tipo, non vuol dire che non bisogna sempre avere una “lista” di controlli, un occhio allenato a cogliere qualsiasi cosa fuori posto mentre si passeggia sul ponte e un orecchio attento a captare ogni piccolo rumorino anomalo. Ecco, questo, in poche parole, è quello che dopo un po’ di tempo a bordo deve divenire naturale.
La lista in realtà è un pezzo di carta dotato di strani poteri: cancellando una riga in alto, ne compare una in basso, a volte ne compaiono una o due senza aver cancellato nulla… ma fa parte del gioco e l’importante è cercare di prevedere, anche se a volte non è abbastanza.