Mesopotamia parte prima: Sanliurfa

Entrare in Turchia via mare è come una promessa sussurrata, ci vuole coraggio per addentrarsi in questa terra, la sensazione che perdersi è facile, che tornare indietro sarà difficile e non se ne avrà voglia. 

 
E così è stato.
 

Lasciamo il Jonathan a Marmaris.

Meta sud-est, verso il non stato del Kurdistan, dove c’è GobekliTepe sito archeologico, gli esami al carbonio 14 l’hanno collocato in un mondo perduto tra i dodici e i diecimila anni fa, quà vedremo il più antico tempio megalitico a base circolare.
Il confine Turco-Siriano, la Mezzaluna fertile, il Tigri, l’Eufrate, insomma Mesopotamia, la terra dov’è nata l’agricoltura, luoghi che mi scatenano l’immaginazione con un’ incomprensibile senso di nostalgia.

Arrivare a Urfa è un’emozione fortissima, perché sai che calpesti la terra dove tutto il nostro conosciuto ha avuto inizio, anche guardando altrove se ne viene contagiati.

L’atmosfera magica che si respira in questa città rapisce l’anima, ci lascia ammutoliti con gli occhi enormi a guardarci intorno.
Ur, Edessa, SanliUrfa, in ordine storico questi i suoi nomi, nella grande pianura dell’alta Mesopotamia la città sacra per le tre religioni monoteistiche, patria nativa di Abramo, è insieme alla Mecca la meta di pellegrinaggio per eccellenza. 

Percorrere le sue strade significa essere catapultati in un presente millenario, la Storia è palpabile in ogni sguardo, in ogni gesto che si incontra. I profumi sono intensi, da ogni angolo un aroma distrae e chiama: cannella, limone, gelsomini, i tanti tabacchi aromatici dei narghilè.

I Muezzin cantano le loro cinque volte al giorno ma nessun vociare riesce a coprire la musica ipnotica che continua ed entra come acqua nella vita quotidiana riempiendo ogni istante senza invadere l’udito:

è la musica dei Dervishi e presto diventa il sottofondo dell’anima.

In queste zone la popolazione è per 95% Curda il restante 5% sono Arabi e Siriani.
Il suo bazar è probabilmente il più caratteristico di tutta l’Anatolia, coperto e non, un percorso labirintico di strade e stradine che danno su improvvise piazzette dove col copricapo lilla e shalvar kordi gli uomini bevono çay.
Le donne ci guardano curiose, con sorrisi smaglianti, quasi tutte a capo coperto in tutti i colori possibili,

i mercanti di foulard sono tantissimi e……fanno affari d’oro!
Qui si può trovare di tutto dall’ henné ai jeans dalle pelli appena conciate a un fucile semiautomatico, puoi farti fare barba e capelli dal barbiere o guardare il fabbro che forgia a tutto spiano spiedi da kebap, è un cuore pulsante dove è facilissimo perdersi, in tutti i sensi.
Ma il centro vitale di Sanliurfa è il lago di Abramo con le sue carpe sacre, la grotta in prossimità dell’attuale moschea Mevlid Halil

ove la tradizione vuole sia nato. I bellissimi giardini del Golbasi luogo di pace e bellezza frequentatissimo dai locali dove mille etnie e culture si mescolano come da millenni succede in questo angolo di Medioriente.

A dominare quest’armonia dall’alto c’è un castello bizantino imponente e fascinoso con due colonne corinzie solitarie da qua si gode di un panorama mozzafiato, ci siamo arrivati costeggiando tutto il perimetro del castello, tutta questa zona è abitata le donne ci offrono melograni e i bambini

ci rincorrono “hallo hallo what’ s your name? My name is…..” ridono, dobbiamo sembrare ben strani ai loro occhi!

Comincia a prendere forma il progetto di addentrarci ancora di più, la necessità di proseguire questo viaggio si fa sentire con la consapevolezza di esserci ormai già spinti oltre il confine di ciò che in occidente si racconta di questi posti, ho finalmente di nuovo la certezza/conferma della grande truffaTV.
Ma prima dobbiamo visitare Harran, dove Abramo conobbe Sara e il sito dell’università Babilonese, la cittadella e GobekliTepe…….

                                                                                                                                                          Monica

3 thoughts on “Mesopotamia parte prima: Sanliurfa

  1. certo In turchia ci sono stata 3 volte, ma non basta mai, c’è sempre qualcosa in più che si vuole scoprire e questo paese offre tantissimo. Ogni viaggio in Turchia è fantastico! Nella parte est la genuinità e le gentilezza sono ancora più sorprendenti ! Ci dovrò tornare !

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