Ci eravamo persi, tutti a correre, ad accumulare miglia per arrivare prima, per farne ‘tante’ per vedere il più possibile come se dovessimo timbrare il controllo orario di una gara… ci ha pensato il mare, uno scoglio e la meravigliosa gente di Iraklion. Ci hanno riportato nella dimensione nella quale stavamo bene e che, non sò per quale motivo, avevamo lasciato in preda ad ansie e fretta.
La sosta ad Iraklion, dovuta ad uno spiacevole, non grave, ma scocciante incidente, ci ha fatto riflettere sulle motivazioni del nostro voler vivere in barca.
Nessuna fretta, aspettando il vento, conoscere posti e gente. Un luogo non lo conosci se ti fermi due o tre giorni, la gente ti vede solo come un ‘turista’, mai sarai sincronizzato con la loro lunghezza d’onda. Ad Iraklion neanche dovevamo passarci, al limite una o due notti ed invece… ora che il Jonathan è in acqua già da un pò, ci spiace dover pensare di lasciare questo meraviglioso porto veneziano, questa gente che passa davanti a noi e ci chiede come va, di chi ci lascia una bottiglia in pozzetto senza nessun biglietto e chi ti offre macchina e casa per rifugiarti quando non puoi stare a bordo.
Abbiamo abbattuto il muro, siamo riusciti ad evadere dall’area turistica, siamo insieme a loro, nei loro ristoranti, nei loro bar e nei loro ritmi, nei loro problemi. Divertenti sono le domeniche, sembra che anche i turisti siano scomparsi, non c’è nessuno in giro; il pomeriggio tutti a far la siesta. Il market che si tiene una volta all’anno ci regala sapori degli anni ’70, i bar pieni di ragazzi e ragazze ‘normali’ come non se ne vedono nelle città italiane, non se la tirano, pochi superalcolici e tanta bella gente, il ristorante galleggiante che si ormeggia vicino a noi ci viene anticipato dall’altoparlante del rimorchiatore di Spiros che rieccheggia nel porto col nostro nome..adesso capiamo tante cose.
Il Jonathan salperà da qui a malincuore; abbiamo individuato una finestra temporale di tre giorni e ce ne andremo, ma faremo tutto il possibile per non recidere questo legame.
Salperemo, si, oramai siamo in pieno meltemi e, quest’anno, a detta di chi vive qui il mare per lavoro, è abbastanza cattivello; non cala nenache di notte e ci regala onde importanti nel mare che ci aspetta. Già ne avevamo avuto il sentore nella traversata da Kythira a Creta: 25 nodi e onde da 3 metri, qui è uguale: un fetch notevole alza onde che tutti i testi definiscono le più alte del Mediterraneo e a vederle dai frangiflutti direi che hanno ragione..imbarazzanti. Un velista che ha interpretato bene in nostro stato d’animo ci ha detto: “Avete fretta?” abbiamo aspettato ed ora sembra darci buona per la rotta che vogliamo seguire.
Finalmente cominci ad apprezzare la Grecia….. non te lo avevamo detto che era così……. noi sono tre anni che siamo da queste parti e continuiamo a dire a tutti che andare in barca qui è un’altra cosa…..Chissà magari ci inconcriamo. Questa estate saremo alle Cicladi… tra un paio di giorni stacchiamo da Leros dove My Song è stata per treanni direttio ad Amorgos e poi giù per le Cicladi verso Milos…A presto Gioia e Aldo
La Grecia e i Greci sono così, perchè stupirsi? forse nn esiste altro popolo così ospitale
BV
Bel racconto, viene voglia di venire lì solo per godere di questi momenti.
Finalmente, ste!!! Da Slow Sail, gli amici italiani – mica solo io, almeno in una dozzina – ti dicono da due mesi “Che fretta avete?”. Ho apprezzato la correzione di “malincuore”, a una prima letta ieri non ero riuscita ad andare oltre…. 😉 Che je fai al correttore automatico??? Si scherza, come sempre. Buon vento che c’è una bella finestra ora e buon Dodecaneso, tante isole in poche miglia, tutte belle. E amano molto gli italiani.
Bravi, spirito giusto! Ci vediamo verso ferragosto a Leros?
Buon vento!
Ciao Luciano! Può essere proprio, sicuramente fino al 6 siamo in zona e, se le condizioni lo parmetteranno ci rimarremo ancora un pò prima di fare rotta a sud.