Dopo la discesa ardita sino al trentacinquesimo parallelo e quasi un mese e mezzo passato a Iraklion, molliamo gli ormeggi per risalire il Dodecanneso togliendoci dalla zona dove il Meltemi imperversa notte e giorno.
Un po di pazienza, come diceva il marinaio vicino a noi, e la finestra per risalire la troverete.
Nel frattempo ci raggiunge Thomas, amico ‘virtuale’ fino ad ora, ma con ottime referenze da parte di Luciano di Piazza Grande (in navigazione in queste acque proveniente da Istambul), per accompagnarci nei tratti più impegnativi di questo viaggio che, se gira male e le previsioni ‘cannano’, il piano ‘B’ richiede 24 ore in mezzo a venti non proprio ragionevoli. Come dice Luigi Ottogalli, “bisogna adeguare la navigazione in base ai propri mezzi e alla propria esperienza”. Il “mezzo” non ha di certo problemi in questo frangente e a noi, una mano in più ci fa molto comodo.
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Thomas |
Thomas si dimostra un ottimo compagno di viaggio, unico problema è che, se non stiamo attenti, il timone se lo porta persino in cuccetta, ma in compenso Ambrogio (il pilota) ne approfitta per farsi una settimana di sci estivo sullo Stelvio.
Si parte tra qualche vera lacrimuccia salutando gli amici ed un posto che era diventato quasi ‘casa’ con rotta 040° verso Astipalaia (36° 32’N- 26° 21’E). Contro ogni consiglio degli amici velisti italiani, veterani da oramai tre, otto anni in questi mari, ci fidiamo delle indicazioni dei velisti locali evitando di andare ad est verso Karpathos luogo famoso per i suoi venti poderosi e mari agitati di cui non abbiamo nessuna voglia di fare conoscenza e da cui poi la risalita sarebbe stata ancora più lunga. Si salpa verso le cinque di mattina nella finestra temporale che si è aperta e sperando che ciò che ci avevano paventato dall’Italia (cento miglia di bolina durissima, il Jonathan che si smonta ecc ecc) non si avveri e cosi fu: 100 miglia con vento apparente dai 60 ai 90 gradi, gentile e cordiale; ultime 3 ore a motore…
Non vi sto a raccontare il bello ed il brutto delle isole che abbiamo visitato, ne è pieno il mondo della carta stampata e del web con tutte le possibili e probabili dissertazioni soggettive; di tutte le nostre tappe vale la pena solo di dare una breve descrizione omni comprensiva: parecchio turismo, belle baie battute da raffiche catabatiche che rendono poco rilassante il soggiorno, belle baie rovinate da musica assordante e belle baie e basta.
Da Astipalaia, dove comunque i 25 e rotti nodi in baia si sentivano eccome anche di notte, ‘voliamo’ a Kalimnsos (36° 56’N- 26° 59’E), ancora più a est ed un po più a nord, poi rotta verso Leros (37° 07’N- 26° 51’E) con un’altra stupenda veleggiata.
Diciamo che a noi piace veleggiare senza stress; risalire il vento con un angolo minore di 60° è troppo scomodo anche se il tragitto è più breve, quando il vento si attesta dai 20 nodi in su preferiamo navigare con velatura ridotta (una mano di terzaroli e fiocco olimpico o trinchetta) senza mettere la falchetta in acqua e con uno sbandamento intorno ai 20°, così si può fare il caffè e scendere in quadrato senza ritrovarsi a passeggiare nella stazione orbitale di 2001 odissea nello spazio… già così la velocità propulsiva del Jonathan è ‘imbarazzante’, mai sotto i nove, dieci nodi: più che sufficiente ;-). Thomas non lo scolli dal timone, lo avvinghia neanche fosse Sharon Stone e sul suo viso è perenne un sorriso di beatitudine come se fosse al cospetto della Madonna di Lourdes, in compenso lavora meglio di Ambrogio.
Il viaggio con lui avrà fine a Leros, dove con suo e nostro sommo dispiacere ci lascia per tornare alla vita di tutti i giorni, sicuri che si porterà un po di Jonathan con se, metaforicamente (infatti controllo che ci siano tutte e due le ruote dei timoni) e speranzosi di averlo ancora con noi; ci salutiamo all’imbarco del traghetto da dove sbarca Ambrogio di ritorno dalle meritate vacanze.
Il paese di Lakki a Leros è veramente ‘urendo’, costruito da Mussolini , ex ‘paese dei manicomi’ e piena di italiani charteristi o che lasciano la loro barca qui nei mesi invernali: abbiamo la netta sensazione che da queste parti, in questo periodo, sarà tutto così. Lasciamo Leros per un’ altra bella bolina larga fino ad arrivare dopo poche miglia nella vicina Lipsi (37° 17’N – 26° 45’E), ampia baia di una brulla isola sferzata da raffiche notevoli.
Allora diciamola tutta: a noi, personalmente, passare il tempo e le notti dove vengono giù dalle montagne botte da orbi non è che proprio ci faccia impazzire, inoltre l’acqua è fredda e se esci dalla suddetta quando arriva la raffica da 30 nodi hai la sensazione che ti ti investano con una idro pulitrice caricata all’azoto liquido e, per di più, se alle 2 di notte, tra un ululato del vento e un altro, ti passa vicino un traghetto che strombazza neanche fosse allo stadio..beh… vedete voi. Ci sono poi delle meravigliose insenature con acqua cristallina, dove puoi farti tutto uno sbattimento per entrare, ancorare, mettere le cime a terra, aspettare che il sole ti scaldi a sufficienza, fare un bagno, andare a riva per scattare due foto mozzafiato e poi levare baracca e burattini per cercare un altro posto dove si possa passare la notte perché lì ‘non fa’: entusiasmante, molto vacanziero, avventuroso…ma non per noi pigroni. Senza contare che il Jonah non è certo un catamarano, pesca circa tre metri, ha una lunghezza di quasi sedici e spesso, da queste parti, le tre cartografie a nostra disposizione non ci danno dati che ci permettono di entrare con sicurezza; certo si può fare a vista: uno a prua e uno al timone, oppure in avanscoperta col canotto… mah.. parafrasando il grande Proietti ‘a noi non ci piace’, non abbiamo abbastanza esperienza, voglia e ci interessa altro.
Da Lipsi facciamo rotta sempre verso l’alto, qui il Meltemi è decisamente poco violento in genere, saltiamo Arki (37° 22’N – 26° 44’E) visto il traffico e le poche possibilità di passarci la notte e proviamo a mettere il naso dentro l’unico posto che ci aggrada a Agathonisi (37° 27’N – 26° 57’E) dove, leggendo il libro di Giacon, si può ancorare in 4/5 metri d’acqua nel centro della laguna o in banchina all’Inglese. Se ci è stato lui con il suo Jancrisda 17 metri…. ‘peccato signora Longari!’ LUI si è ancorato in banchina anzi, nell’unico posto disponibile – ovviamente occupato – visto che l’altro è riservato al traghetto, e nel ‘centro della baia’ calcolando il brandeggio noi non ci stiamo, con le cime a terra pure, perché il fondo non lo permette…ehehehe..ecco qui, abbiamo capito che queste ‘guide ai diportisti‘ (scritto in quarta di copertina), vanno lette con altri occhi, di Mancini sostitutivi ancora non ne ho trovati. Allora proviamo le altre due cale più a est ma non ci convincono, deciso: si va a Samos (37° 42’N – 27° 02’E), probabilmente il culmine della nostra parabola, da dove poi riprenderà la discesa ardita fino a….
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Samos – Baia Poseidon |
Grazie ragazzi, grazie Jonathan…esperienza indimenticabile!
Ciao ragazzi, siamo all’ancora nella baia di milazzo, proprio innanzi al lungomare. A parte le onde dei traghetti ed aliscafi che passano qualche volta al giorno, si sta da dio! Di notte una paicevole brezza di terra secca tutto e ci permette di dormire sotto le stelle ed ascoltare la musica proveniente dalle varie feste e locali. Per scendere a terra a remi la distanza è decismente esigua, intorno ai 100m.
A pochi metri da dove sbarchiamo una trattoria a cucina casalinga veramente SUPERBA! Il prezzo, INCREDIBILE. Ieri domenica, pranzo per due completo, mia moglie pesce, io no perchè allergico allo stesso, 38 euri. IMBARAZZANTI le dimensioni delle porzioni, soprattutto degli antipasti di pesce.
Spostandosi un poco dalla zona turistica del porto, negozi di alimentari (e che alimentari!) e panifici con prezzi che a milano non ricordiamo più da lustri …
E dulcis in fundo, proprio vicino a noi ha gettato l’ancora uno dei pochi esemplari esistenti di X-512. Batte bandiera francese e si chiama “Les 3 Capitains”!
Lo conoscete o ne avete sentito parlare? A differenza del vostro, ha l’albero più bassino a tre ordini di crocette, ma è sempre uno splendido esemplare di barca … 😉
Non so dove sei capitato. Noi siamo qui da 3 anni con un Nauta 54 che pesca tre metri. Siamo in due e siamo stati ovunque senza problemi. In 3 anni (e passiamo almeno 2/3 mesi a navigared a parte quelli in cui veniamo a lavorare in inverno) abbiamo beccato uan sola burrasca forza 9/10 a Kalymnos per il resto abbiamo fatto su e giù da Samos a Kastellorizo e poi la costa turca e poi di nuovo su e giù; e poi verso Amorgos e ritorno; e quest’anno stiamo facendo le Cicladi. Da Leros siamo partiti a fine luglio e siamo arrivati oggi a Milos senza penare granchè, spesso con equipaggi di amici con bimbi piccoli e abbiamo dormito nelle rade senza mai dover scappare anche perchè il vento sempre da una direzone viene. Sono sorpresa quando sento parlare del gran traffico di barche che hai trovato. Oggi a sud di MIlos, nella baia da cartolina abbiamo contato 10 barche: è la rada più affollata che abbiamo trovato da 3 anni a questa parte. Ciò detto il mondo è bello perchè vario e quindi non è obbligatorio amara la Grecia. Noi ci troviamo benone con 3 metri di pescaggio, barca da 54 piedi e equipaggio piuttosto agé!. A Leros si sta benone, anche se è stata fatta da Mussolini…. Abbiamo trovato persone stupende tra gli abitanti stanziali e invernali di Porto Lakki e anche tra “gli italiani e non che lasciano qui la barca in inverno”
PS fino ad agosto scorso non avevamo neanche il pilota automatatico…..
Saluti da Milos
Gioia s/y My Song
Infatti qui nel Dodecaneso è diverso, se leggi quello che ho scritto, così come non siamo mai ‘scappati’ dalle baie, sempre se leggi. Il traffico invece c’è, sempre soggettivamente parlando. Noi non facciamo charter. A Lakki non ho scritto che si sta male, solo che è ‘urenda’ (sempre soggettivo, c’è anche a chi piace andare in quei posti), non ho parlato male della gente. Comunque non siamo i soli, anche se non ti sto a ‘girare’ quello che scrivono altri, che non amano essere spettinati durante la notte da raffiche da 40 nodi. Interessante sapere che siete andati a Kastellorizo dove, leggendo il portolano, in porto non ci possiamo entrare per via del pescaggio. qui a Samos, nella baia di Poseidon, 280 metri x 150, oggi ci sono 11 barche, ieri mattina eravamo soli e l’altro ieri in 9; come vedi, se ci stavamo solo ieri mattina la paensavamo come te. Faccio anche un punto sul fatto che non era dispregiativo lo scrivere ‘italiani che lasciano qui la barca di inverno’, forse hai estrapolato male la frase, il senso, se leggi il tutto è diverso.
Insomma, mi sembra che hai dato una letta molto superficiale, veloce e tratto delle conclusioni affrettate mancando completamente di capire il senso dell’intero articolo e forse, dico solo forse, tutti quelli che ci lavorano o che scrivono sulla Grecia si trovano un po spiazzati quando una voce fuori dal coro scrive un punto di vista che non rientra negli oramai solidificati canoni di ‘come bisogna scrivere’ a riguardo di queste isole e che ripetono la solita litania articolo via articolo. Poi, sempre se leggi con attenzione, anche io ne parlo bene, ma non devo convincere nessuno a venire a bordo con noi 😉
Ciao!
Si mangia bene eh? Direi che la cosa che più ci manca qui è la varietà e la prelibatezza della cucina italiana, ma si sopravvive ehehe… qui a Samos cena per due nell’unico ristorante della baia con moletto al quale ci si arriva col canotto, un tzaziki, un piatto di zucchine fritte e un pesce alla griglia x due (molto buono), mezzo vino: 63 euro.
Caspita, uno dei 17 X-512! Non conosciamo tutti i nomi, solo quello della Durlindana un tempo di istanza a Roma ed in vendita al tempo. L’albero è quello standard da 22 metri, potevi scegliere tra quello e lo Sparcraft da 23,5 mt.
Sapete già la vostra futura destinazione finale?
Buon vento!
ma … mi aspettavo qualche report in più da un equipaggio che sta in grecia da almeno due mesi
Mi interessa il vostro punto di vista su un’area che mi piace molto e che frequento da diverso tempo, le opinioni “fuori dal coro” sono di solito interessanti se vengono approfondite …
aspetto fiducioso altri report
Un saluto velico Giovanni
Ciao Giovanni, non ti preoccupare che arrivano i report. Proprio ieri, prima che mi venisse in mente di scrivere l’ultimo post osservando quello che stava succedendo qui in porto, stavo giusto chiaccherando con Monica a riguardo: ho provato a buttar giù qualcosa tre giorni fa, ma il risultato era ‘scontatissimo’, insomma, non avevo niente di nuovo da scrivere anche se da Samos siamo scesi a Kos, quello che ho scritto fin’ora non ha un proseguo. Come scrivere due volte lo stesso romanzo cambiando i nomi dei protagonisti… Da qui scenderemo sempre a sud e di sicuro qualche spunto mi verrà, anche perché siamo oramai in settembre e sia il ‘traffico’ sia le baie improponibili causa ventoni da NW o NE dovrebbero calare.
BV!
p.s. Leggi anche ‘Diario per Nora’ che è scritto da Monica 🙂